Maurizio Duranti, una vita fra Design e Arte

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Ci diamo appuntamento di fronte alla stazione Cadorna FS, nel cuore di Milano in una giornata che profuma già di primavera. Maurizio arriva puntale nella sua giacca elegante. “Dopo vado a trovare mia figlia in ospedale” – dice, non celando una punta di orgoglio – “ha partorito da poco due splendide gemelline”. Il suo solito sorriso cordiale è più che mai accentuato in questa giornata e contagia subito anche me che, entusiasta e incuriosita, mi accomodo con lui per cercare di scoprire l’uomo dietro l’artista e il designer.

Carriera

Classe 1949, Maurizio Duranti nasce a Firenze ma si trasferisce ben presto a Genova, dove frequenta il liceo artistico e si laurea in Architettura nel 1976. Apre lo studio nel 1987, anno in cui si trasferisce a Milano. La sua carriera è costellata di premi internazionali, vince per 10 volte il Good Design Award a Chicago e una segnalazione d’onore al Compasso D’Oro a Milano e numerosi prodotti da lui disegnati sono presenti nelle collezioni dei musei, come l’Athenaeum di Chigaco, il Bunkamura Design Collection di Tokio, il Museo del Design e delle Arti Applicate di Gent e il Victoria & Albert Museum di Londra. Insegna anche allo IED di Milano dall’83 all’89 e per due anni tiene un workshop a Brera Design.

“Allora era diverso” – spiega – “il made in Italy, la cura del dettaglio e l’originalità facevano veramente la differenza. I miei prodotti acquisivano un valore aggiunto perché l’unicità aveva ancora una certa rilevanza. Ora c’è la corsa alla serializzazione, alla standardizzazione dei processi di creazione e dei loro frutti”. Proprio questa consapevolezza ha portato Maurizio a rivolgere le sue velleità creative verso altre forme di espressione artistica, soprattutto dopo la crisi del 2008 e quello che ha comportato, a livello professionale e personale. Non che l’arte sia un ripiego o una novità per Maurizio: inizia infatti nel 1970 ad occuparsi di arte programmata ed espone i suoi lavori in alcune mostre a Genova, fra cui quella alla Terrazza Martina organizzata da Gianfranco Bruno.

Terra e Mare di Liguria

Noi lo conosciamo soprattutto per la sua mostra “Paesi”, che nasce dall’idea originale di ritrarre paesi e cittadine della Liguria rappresentando solo il costruito.

“Parto da una fotografia scattata dopo appostamenti e sopralluoghi per catturare l’istante giusto” – spiega Maurizio – e soprattutto la giusta “angolatura”. Poi elimino tutto il superfluo restando solamente con quanto è stato costruito e che rappresenta il contorno del soggetto che dipingo. Riproduco le abitazioni e i profili delle sole costruzioni perché credo che sia un modo nuovo e nello stesso tempo antico di vedere i paesi della Liguria”. Paesi, e non paesaggi quelli di Maurizio, perché sono ridotti a profili e linee e talvolta anche solo a “macchie” isolate su uno sfondo completamente bianco, nero o argento. La particolarità dei suoi quadri è proprio questa: ciò che appare allo spettatore può sembrare astratto, ma con un’analisi più attenta ci si accorge che i quadri raccontano di una realtà assolutamente concreta perché riproducono luoghi che esistono davvero.

L’ultima mostra “Terra e Mare di Luguria” si è conclusa il 16 febbraio, dopo circa un mese di allestimento presso la Saletta dell’Arte del Galata Museo del Mare di Genova, con 25 opere realizzate con acrilici su tela in rosso timbrico o argento su fondo bianco o collage in carta bianca su cartoncino nero.

Ma questo è solo l’ultimo esempio della straordinaria vitalità creativa di Maurizio che ha negli occhi l’entusiasmo di un ragazzo e nelle mani l’esperienza che solo anni e anni nel settore possono garantirgli. Noi di P.R.C. siamo sempre attenti al panorama artistico contemporaneo per attivare collaborazioni sempre più virtuose per i nostri progetti che coniugano gli interessi aziendali con l’arte.

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